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Un Giorno Questo Dolore Ti Sarà Utile - Recensione

24/02/2012 | Recensioni |
Un Giorno Questo Dolore Ti Sarà Utile - Recensione

Se in passato avete commesso degli errori, se il futuro vi spaventa, se vi siete convinti di esser soli a questo mondo e non volete conformarvi alle convenzioni ma anzi fuggire, abbandonando tutto e tutti in gran fretta, forse è il caso che fermiate per un attimo pensieri e progetti perché il film di Roberto Faenza fa al caso vostro.
Tratto dall’omonimo romanzo di Peter Cameron è la storia di un diciassettenne, James (Toby Regbo), irrequieto e malinconico che rifiuta l’omologazione e viene tacciato d’essere un disadattato e un antisociale dagli stessi genitori incapaci di diventare un esempio da seguire. Separati da tempo, il padre Paul (Peter Gallagher) è un rampante uomo d’affari con la fissa dell’estetica e la passione per donne che potrebbero essergli figlie, la madre Marjorie (il premio Oscar Marcia Gay Harden) espone bidoni della spazzatura nella propria galleria e nel frattempo colleziona improbabili mariti con matrimoni di breve vita, l’ultimo, con Mr Rogers (Stephen Lang), è durato fino alla luna di miele a Las Vegas, giusto il tempo di scoprirne il passato e il presente di giocatore compulsivo. Completa questo quadretto di famiglia sgangherata la sorella Gillian (Deborah Ann Woll, protagonista di True Blood) che al momento, nel rispetto della purezza della lingua, preferirebbe esser chiamata con “g” dura, così come gli consiglia il suo attuale fidanzato nonché professore di Teoria del Linguaggio, col doppio dei suoi anni e sposato, seppur con un matrimonio “aperto”.
Solo la nonna, Nanette (il premio Oscar Ellen Burstyn), anticonformista e lontana dalla metropoli, sembra cogliere lo spaesamento del diciassettenne in cerca di identità in un mondo che non sembra offrirgli modelli e che non permette pause.
Faenza aderisce al romanzo di formazione cogliendone l’anima, descrive con garbo e leggerezza la sofferenza d’animo di una ragazzo sensibile, incapace di adeguarsi alla “normalità” che il mondo gli sbatte in faccia. Mai didascalico o moraleggiante il film è anche un ritratto ironico di un mondo, quello degli adulti, per cui alla fine, senza rabbia o rancore, si prova solo pena e tenerezza.
Il regista gira il film completamente a New York con un cast di premi Oscar e giovani attori di grandi avvenire, tra questi Toby Regbo, il cui nome è presente nell’elenco delle migliori dieci promesse stilato dal New York Times, ne è l’esempio perfetto.
Nota di merito anche per la musica di Andrea Guerra e il brano interpretato da Elisa che arricchisce l’opera apportando un terzo linguaggio a quello del film e del libro.

Daniele Finocchi

 


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